"Strattonati per non votarmi”. Battaglia vs Pd: "Nomenclatura con Falcomatà"

battaglia mimmo ildispppdi Benedetta Malara - Parla oggi ufficialmente per la prima volta al Dispaccio Mimmo Battaglia, candidato alle primarie del centrosinistra per la candidatura a sindaco di Reggio Calabria e sconfitto – anche se lui non è d'accordo – dall'altro candidato del PD, Giuseppe Falcomatà, con uno scarto di 200 voti.

Dopo una campagna elettorale dai toni bassi, per non dire piatti, 48 ore prima del voto una scossa aveva attraversato casa PD: Falcomatà, a mezzo stampa, aveva accusato Battaglia di aver inquinato le primarie, stringendo accordi con il centrodestra per potere vincere.

Alla fine, Battaglia non ha vinto, e dalla segreteria provinciale del PD i presunti brogli sono stati negati con forza. In un asciutto comunicato post primarie, Battaglia aveva espresso la propria amarezza – mentre dal PD veniva conclamato un sonoro "tutto bene tra noi" – e denunciato irregolarità nelle votazioni.

Oggi al Dispaccio Battaglia spiega il proprio punto di vista e parla del suo futuro politico, non necessariamente vicino al Partito Democratico.

Avvocato Battaglia, partendo dal risultato delle primarie possiamo dire che nonostante la sconfitta il suo elettorato – in vista anche dei soli 200 voti di scarto – sia stato un elettorato forte.

Io intanto parlo di sostanziale pareggio, perché qua non c'è una investitura secca, reale. Perché su un corpo elettorale di oltre 6mila persone (gli elettori di Falcomatà, ndr) ce ne sono 10mila che danno una preferenza da un'altra parte. Che poi nell'ambito ci siano 6mila elettori e oltre che votano Battaglia la dice lunga sul fatto che io abbia fatto una campagna elettorale fuori dagli apparati, avendomi vomitato addosso di tutto e di più. Le nostre erano primarie di coalizione, che hanno messo in campo quattro candidati. Quando alla fine il risultato è di un 37% e un 36% non vi è possibilità alcuna di avere un 50% netto. Una cosa su cui va assolutamente messo l'accento è che qua c'è un sostanziale pareggio. La fotografia è quella di un partito spaccato in due. Le primarie danno come risultato una spaccatura al 50% all'interno del partito.

Io mi chiedo, però, a parti invertite cosa sarebbe successo? Se quello con 200 voti in più fosse stato Mimmo Battaglia cosa sarebbe successo? Io avrei subito il linciaggio. Forse sono stato fin troppo signore a non replicare nei giorni immediatamente precedenti la chiusura della campagna elettorale, per salvaguardare lo spirito delle primarie.

Afferma quindi che ci sia stato un attacco nei suoi confronti, e soprattutto che abbia avuto l'effetto sperato, ovvero quello di farla perdere?

Ho ricevuto una aggressione organizzata, sono stato etichettato come un candidato di destra, e non è vero. Questa cosa l'ho pagata alle urne, ma io ho parlato e parlo di anomalie elettorali, parlo di persone che nei seggi sono state strattonate e spintonate per non votare il candidato Battaglia. Io però non rinnego niente, non rinnego un mio modo di fare politica che è basato su concetti precisi. Qua c'erano due concezioni della politica e la foto che ritrae il segretario provinciale (Sebi Romeo, nda) con un candidato col pugno chiuso la dice lunga sul fatto che siamo distanti. A Reggio Calabria bisognerebbe andare a vincere, a chiedere i voti ad un elettorato che al 70% è un elettorato moderato. C'è poco di comunista a Reggio Calabria.

A proposito di questo, l'attacco che le si muoveva era fondato sulla convinzione che lei avesse stretto accordi con questo elettorato moderato al 70%, che negli ultimi anni sappiamo è stato proiettato verso il centrodestra. Questi accordi con il centrodestra esistevano o no?

In questo mi viene in aiuto una dichiarazione rilasciata da Giuseppe Scopelliti a "Il Garantista", in cui dice di avere aiutato a che Falcomatà vincesse. (Intervista riportata sul numero dell'11/07 a firma di Claudio Labate. Scopelliti afferma che "Battaglia era il candidato più forte" e quindi "In maniera serena e scientifica ho detto a tutti di andare a votare Falcomatà, e qualcuno lo ha fatto" ndr). Io ho un elettorato che si avvicina al candidato Mimmo Battaglia perché è un elettorato che comunque era patrimonio del partito dei moderati, se poi negli anni successivi la Democrazia Cristiana (partito da cui proviene Battaglia, ndr) non c'è stata più e i cittadini hanno votato diversamente, poteva solo essere un patrimonio da regalare al nostro partito nella fase dal 7 luglio in poi. Dobbiamo allargare se vogliamo vincere. Leggo che non ci sono aperture, quindi ritengo che a Reggio Calabria non si voglia giocare la partita per vincere. Veniamo dal dibattito interno al consiglio provinciale, dove sono emerse tutte le emergenze alle quali la città è sottoposta. Quelli sono i problemi, su quella piattaforma ci si incontra, sulla costruzione di quello che è il futuro della città agganciato all'ultima speranza che è la Città Metropolitana, questi sono stati i nostri argomenti. Se in questo si sono ritrovati elettori moderati io non ho fatto inciuci con nessuno, anzi io potrei dire al contrario, cioè che da segreterie e di autorevoli esponenti del Consiglio Regionale della Calabria sono state fatte le telefonate per l'altro candidato, e sono incontrovertibili le cose che dico io.

Quindi la vittoria di Falcomatà conviene al centrodestra?

A quanto leggo oggi dai giornali sì, ma sicuramente se è un candidato che non allarga non desta preoccupazione. Io torno a ripetere che non mi sento assolutamente sconfitto, e chiederò al mio partito conto di questo.

Come da accordi, lei e il suo elettorato dovrete sostenere Falcomatà. Il suo partito, in una conferenza stampa tenuta da Sebi Romeo, ha chiarito come non ci siano problemi, ma lei pensa che il suo elettorato la seguirà oppure c'è il rischio che qualcuno non resti nel Partito Democratico?

L'elettorato che ha sostenuto Mimmo Battaglia resterà con Mimmo Battaglia, è il Partito Democratico che deve dire a Mimmo Battaglia cosa fare.

Mimmo Battaglia resterà nel Partito Democratico?

Dal mio partito aspetto ancora una telefonata, fino ad oggi non ho ricevuto niente. Sono in attesa di notizie dal PD.

Per attaccarla è stata anche utilizzata la presenza, ad alcuni suoi comizi, di uomini storici della destra reggina, che avrebbero giocato a suo favore. Lei pensa invece che possano averla danneggiata?

Probabilmente mi avrà nuociuto, ma io non lo rinnego. Ho fatto la conferenza stampa di presentazione della mia candidatura all'interno dell'amministrazione provinciale, proprio per caratterizzare la mia candidatura, non l'ho fatta in una segreteria privata con inviti selezionati, era possibile che venisse qualcuno non identificato come uomo del centrosinistra, ma io non rinnego nulla. Anche Renzi, che non è un uomo di destra, né comunista, ha intercettato un voto sulla sua persona. Può darsi che Domenico Battaglia abbia intercettato un voto, che si è espresso, che cosa c'è da scandalizzarsi a fronte di primarie aperte? Non penso di avere sollecitato con incontri, io non ho incontrato nessuno. Che ci possa essere stato il voto di una frangia che è nettamente maggioritaria nella nostra città, io ho comunque ricevuto un voto sulla mia persona, ma marginale, perché se ci fosse stato uno schieramento preciso probabilmente ci sarebbero stati altri numeri.

Dalla segreteria del Partito Democratico, dopo il risultato elettorale, è stato chiarito come il voto non sia stato inquinato da presenze estranee al partito, un nulla di fatto per la polemica. Lei pensa sia così?

A me ha nuociuto il clima che si è creato. Sono stato penalizzato dall'elettorato del Partito Democratico, l'elettorato del PD è stato indotto a credere che Battaglia fosse un candidato dall'altro lato, detto questo è chiaro che ho ricevuto una penalizzazione da questo comportamento.

Pensa ci sia stata assoluta imparzialità nei confronti di entrambi i candidati del Partito Democratico?

Ho detto chiaramente che il candidato mio avversario era frutto di una nomenclatura del PD, perché penso che da un lato c'erano il segretario provinciale, il consigliere regionale De Gaetano, il consigliere regionale Naccari e lo stesso Minniti. Io ho avuto l'affetto di Demetrio Battaglia, è così. Non è una cosa che si può dire diversamente. È grave che l'espressione ci sia stata all'interno della segreteria provinciale, di fronte a due candidati che hanno la stessa connotazione. Non potevo essere oggetto della campagna di insulti che ho ricevuto senza che si alzasse una forte replica per rimettere le cose a posto da parte della segreteria provinciale, quindi vuol dire che c'era già un'idea, un orientamento, che era un passaggio che serviva per delegittimarmi e per non consentirmi di raggiungere un risultato.

Questo attacco può essere stato motivato dal fatto che a un certo punto si è pensato seriamente di non riuscire a vincere?

Ma sicuramente io ho messo in campo la mia forza e qualcuno se n'è accorto. E allora ci sono altre cose, anche l'ora in più per votare che ha creato una situazione fuori controllo nella fase finale delle votazioni, perché ci sono seggi chiusi alle 21.30 e seggi aperti fino a quasi mezzanotte. Questo è un dato su cui dobbiamo assolutamente ragionare, decidere che cosa è successo, perché io sono convinto che Mimmo Battaglia non ha perso le primarie.

Ma Sebi Romeo ha già specificato che da verbale non ci siano state contestazioni nei seggi.

Io volutamente non ho fatto spola nei seggi, perché non mi sembra corretto, ma altri lo hanno fatto. Hanno trovato una situazione fuori controllo, perché mi arrivano testimonianze, decine di testimonianze, di persone che hanno subito situazioni che si sono verificate anomalie che noi faremo presenti.

A chi?

Agli organismi di garanzia. Cosa sarebbe successo a parti invertite, con la campagna stampa che era stata creata? Avrebbero detto che aveva votato la destra, e avrebbero annullato le primarie.

E adesso?

Adesso ci vuole credibilità e affidabilità del candidato ad intercettare questo voto. Il rischio che vedo io è che si arrivi ad una disputa tra famiglie che porterà la città indietro di dieci anni. Questa città è ripiegata su se stessa, è chiaro che in questi anni c'è stata una contrapposizione tra un blocco di sinistra e uno di destra e il centrosinistra è da dieci anni che giustifica la sconfitta ma non propone niente di vincente. Non vorrei che fossimo alla vigilia di un percorso simile. Prima non abbiamo fatto le primarie perché c'era un candidato che era partito col pulmino e non si potevano fare. Questa volta abbiamo fatto delle primarie che consegnano un partito spaccato in due. Sono stato buono, zitto, forse troppo, oggi non posso non denunciare un comportamento ostile che io ho ricevuto all'interno del mio partito, che mi ha profondamente danneggiato. Adesso con il mio elettorato decideremo come proseguire in questa vicenda.

Ci sono già alternative possibili al Partito Democratico?

Per adesso non diciamo niente, stiamo fermi e vediamo cosa succede.

Non l'ha chiamata nessuno per proporle un'alleanza politica?

Non mi ha chiamato nessuno, ma il silenzio peggiore è quello del mio partito.