Quel dossier su Scopelliti presentato a Berlusconi. Le trame per superare la resistenza del premier e ottenere la candidatura alle Regionali dl 2010

scopellitiberlusconi600di Claudio Cordova - Trame, accordi, retroscena inediti. La lunga deposizione di Alberto Sarra nel maxiprocesso "Gotha" ricostruisce pezzi di storia della città di Reggio Calabria, soprattutto degli anni della stagione politica dell'allora sindaco e poi governatore, Giuseppe Scopelliti, artefice di quel "Modello Reggio" naufragato con la condanna definitiva per il "Caso Fallara". Sarra, ex sottosegretario regionale. risponde da imputato nel processo imbastito dalla Dda reggina, in quanto sarebbe stato strumento attraverso cui la componente occulta e massonica della 'ndrangheta avrebbe infiltrato le Istituzioni.

E proprio nel "Modello Reggio" quella componente retta dall'avvocato ed ex parlamentare Paolo Romeo, principale imputato del procedimento, avrebbe avuto un ruolo importante.

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Le risposte di Sarra, su sollecitazione del procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, vanno a ripercorrere il periodo tra la prima e la seconda sindacatura di Scopelliti, quella nata con l'elezione plebiscitaria del 2007. In sede di formazione della Giunta, la preoccupazione del sindaco è quella di far rientrare in consiglio comunale il fido Giuseppe Agliano, che, nonostante gli anni da assessore, si piazza solo dodicesimo nella lista di Alleanza Nazionale. Con il "gioco" degli assessori (che obbligano chi entra in Giunta a dimettersi da consigliere), Agliano doveva assolutamente rientrare. E il pm Lombardo cerca di capire perché: "Agliano – risponde Sarra – era espressione della Circoscrizione di Archi e la vox populi, anche in ambito politico, raccontava che avesse rapporti di parentela con la famiglia De Stefano".

La più potente della 'ndrangheta. Originaria del rione Archi, per l'appunto.

"Agliano – dice Sarra – doveva essere in tutti i modi recuperato". E così scatta il toto-Giunta, con Sarra che prova ad avere un ruolo, proponendo dei nomi: "Scopelliti non voleva Paolo Gatto perché non lo considerava all'altezza di una Giunta che aveva il 70% dei consensi, mentre su Massimo Labate era a conoscenza di suoi problemi giudiziari fino a quel momento inediti". Le interlocuzioni vengono datate nel giugno 2007, ed effettivamente, Massimo Labate verrà tratto in arresto circa un mese dopo, nell'ambito dell'inchiesta "Testamento", da cui verrà assolto in tutti i gradi di giudizio. Scopelliti, però, sarebbe stato a conoscenza di dettagli investigativi in quel momento coperti dal segreto istruttorio. Alla fine, la scelta ricade su un altro poliziotto come Labate, Seby Vecchio, poi sfiorato da vicende giudiziarie e dalla presunta vicinanza con la cosca Serraino.

Dal racconto di Sarra, comunque, emerge come le indiscrezioni di carattere investigativo e giudiziario venissero usate come armi per demolire i nemici politici. Scopelliti avrebbe dimostrato di conoscere dettagli riservati, utilizzandoli anche contro Sarra stesso. Ma anche l'allora sindaco reggino, voglioso di candidarsi alla presidenza della Regione Calabria, sarebbe stato ripagato con la stessa moneta. Sarra, infatti, parla di un corposo dossier che sarebbe stato presentato a Silvio Berlusconi, già primo ministro e in quel periodo capo indiscusso della coalizione di centrodestra: "Era per evitare la candidatura di Scopelliti: non l'ho letto, ma ne conosco i contenuti, che riguardavano la partecipazione al ricevimento degli imprenditori Barbieri (poi risultati vicini alla 'ndrangheta, ndr), ma anche i rapporti con l'allora killer dei De Stefano e oggi collaboratore di giustizia, Nino Fiume, nonché le situazioni riguardanti le società miste (che verranno poi sciolte per infiltrazioni della 'ndrangheta, ndr)".

Tutti dettagli assolutamente riservati, che diventeranno di dominio pubblico solo un anno dopo, con l'esecuzione dell'operazione "Meta". 

Ma un anno prima, Berlusconi sembra davvero orientarsi verso altre persone. Insistenti, infatti, sono le voci che danno per certa la candidatura di Bernardo Misaggi, medico, originario di Roccella Ionica e professionista che ai tempi seguiva la madre del premier. Scopelliti – e questo è agli atti dell'inchiesta – si sarebbe rivolto allora all'allora deputata Marilina Intrieri, che, a sua volta, avrebbe contattato proprio Paolo Romeo per sbloccare la situazione. Nella vicenda, entrerebbe anche l'ex consigliere regionale Pino Tursi Prato. Il sospetto del procuratore aggiunto Lombardo è che la componente che faceva capo a Romeo sarebbe, in qualche modo, riuscita ad arrivare a Berlusconi e convincerlo a puntare su Scopelliti.

Del resto, i canali erano diversi.

Se, infatti, risulta improbabile che Romeo (in quel periodo già condannato definitivamente per concorso esterno in associazione mafiosa) potesse interloquire direttamente con Berlusconi, sono notori i collegamenti tra lo stesso Romeo e l'allora parlamentare Giuseppe Valentino, che nei governi di Berlusconi rivestirà anche l'importante ruolo di sottosegretario alla Giustizia. Ma non solo. L'allora assessore comunale reggino Amedeo Canale (imputato nel procedimento "Gotha") ha sempre vantato la propria amicizia con Romeo e, in quel periodo, era animatore calabrese dei Circoli del buongoverno, che facevano capo a Marcello Dell'Utri, tra i fondatori di Forza Italia e intimo di Berlusconi, fino alla condanna definitiva per mafia.

Insomma, i modi c'erano, anche se, fin qui, restano ignoti. Quello che è ormai storia è il dato che Scopelliti riuscirà a vincere resistenze e dossier e a ottenere la candidatura a governatore, ottenendo per il centrodestra una schiacciante vittoria sull'uscente Agazio Loiero.