La movida, il Covid e la sicurezza pubblica: valutazioni e richieste della Direzione del “Clubbino”

Riceviamo e pubblichiamo:

Lo scorso week end è stato il primo in cui la "Movida", in epoca post corona, ha fatto una timida apparizione nella nostra città. Ed anche se Reggio, grazie pure al comportamento dei reggini, è sinora uscita quasi indenne dalla gravissima emergenza sanitaria che ha attanagliato il paese ed il mondo intero, non si può, certo, fare a meno di porre massima attenzione alla sicurezza. Ogni città, nel bene e nel male, ha le proprie peculiarità, che devono essere tenute in considerazione nel confrontarsi con queste problematiche. E per questo, riteniamo, si debba fare una particolare riflessione per ciò che concerne la "Movida" notturna e la sicurezza nella nostra città.

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E' importante stabilire quale ruolo deve essere assegnato ai soggetti gestori dei locali al riguardo, quali siano le responsabilità dei cittadini, quali presenze ed interventi sono richiesti alle autorità, per consentire ai giovani e meno giovani che hanno voglia di divertirsi di riprendere i contatti sociali al riparo da ogni rischio. Enfatizzare e stralciare l'emergenza covid da tutti gli altri aspetti concernenti il profilo della sicurezza sarebbe, a nostro avviso, un errore. Con conseguenze che, nella nostra città, potrebbero essere più gravi del rischio contagio. L'esperienza insegna che nei luoghi dove si esprime la "Movida", dove ci sono numerose persone fino a notte inoltrata, oltre alle miriadi di giovani il cui unico fine è il divertimento, possa insinuarsi qualche balordo attaccabrighe. E questo può succedere a Reggio, a Bolzano o in qualunque altra parte del mondo. Ma su questo forse Reggio ha ancora qualche sua specificità in negativo, che deve essere superata. Anche per questo riteniamo che, così come viene fatto in continuità in moltissimi luoghi della "Movida" ( basti pensare a "Campo dei Fiori" a Roma ), almeno durante i giorni e gli orari sensibili i luoghi del divertimento notturno debbano essere presidiati da una presenza, discreta ma ben visibile e continua, delle forze dell'ordine; basta una "volante" nei due/tre luoghi nevralgici. Riteniamo che già da ora, il venerdì ed il sabato, in particolare dalle 23 alla chiusura dei locali, la tutela dell'incolumità, la "sicurezza", sia essa legata al covid che agli aspetti generali, non possano essere demandati ai gestori dei locali. Ed allora la nostra proposta prevede pochi ma chiari punti. Oltre al distanziamento fisico (quello che erroneamente ed inopportunamente si continua a chiamare distanziamento sociale) occorre che i gestori dei locali facciano presente (come è loro dovere), sia verbalmente che visivamente, quali siano le regole da rispettare; a nostro parere occorre anche che sia esplicitamente vietato, da parte delle autorità con evidenza delle conseguenti sanzioni, a tutti i consumatori di spostarsi dal tavolo o dal locale con bicchieri e bottiglie in vetro. Ma "imporre", in particolare nella nostra specifica realtà, ai privati gestori di bloccare comportamenti non consentiti, dentro e fuori dal locale, magari avvalendosi di soggetti atti "a dissuadere", può portare a interpretazioni gravemente distorsive delle responsabilità di intervento. Il singolo locale potrebbe ricorrere ad "ausili" e comportamenti talvolta peggiori del male in sè. Spetta all'autorità, alle forze di Polizia, valutare ed eventualmente sanzionare i comportamenti inadeguati.

Accanto a questo segnaliamo, inoltre, l'opportunità di vietare la somministrazione di alcoolici dopo un orario congruo ( es. 2, 30) in tutta la città, sanzionando tutti gli esercizi che non dovessero adempiere. Ed anche per poter fare questo è necessaria la presenza, visibile, delle forze dell'ordine: per il barista non è sempre semplice rifiutare la somministrazione.

LA DIREZIONE DEL LOCALE "AL CLUBBINO", ADERENTE A "REGGIO LIBERA REGGIO"