Reggio, l’imprenditore Lavino: “Italo e Frecciarossa meri palliativi. Non c’è futuro per il turismo e per la città senza aeroporto”

"Se si vuole salvare il turismo nell'Area integrata dello Stretto non si può non ripartire da una buona gestione dell'aeroporto. Italo e Frecciarossa non risolveranno il problema". Ad affermarlo è l'imprenditore reggino Demetrio Lavino, al quale non sono andati giù i recenti annunci trionfalistici dei nuovi imminenti collegamenti ferroviari diretti tra Torino e Reggio Calabria. Collegamenti che, di fatto, hanno spostato l'attenzione dall'immobilismo politico/istituzionale che sta affossando lo scalo aeroportuale di Reggio.

"Siamo all'anticamera della morte del turismo nell'Area integrata dello Stretto - afferma Lavino. L'aeroporto arretra giorno dopo giorno e non apre, ma ci mandano Italo e Freciarossa. Possiamo comodamente farci le nostre belle ore di treno ma, a differenza dei nostri padri, le faremo su un mezzo griffato, ma alla stessa velocità. Si tratta di un vecchio progetto che la pandemia ha accelerato. Chissà quando e se ci risveglieremo dal torpore. Catanzaro e Catania hanno trovato un accordo politico, condividendo un percorso ai danni di Reggio e Messina. Il mio, sia chiaro, non è campanilismo, ma una lucida visione degli accadimenti".

Abbandonare gli individualismi, creare nuove sinergie attraverso il dialogo tra le parti, ripristinare il senso della collettività. Sono questi gli ingredienti vincenti che l'imprenditore reggino individua per garantire un futuro stabile e duraturo all'aeroporto. "Sarebbe importante – prosegue Lavino – l'istituzione di un tavolo tecnico/economico che produca una relazione trimestrale sull'andamento dell'aeroporto, con tutti gli attori coinvolti invitati a dare ciascuno il proprio contributo in base alle proprie competenze. L'aeroporto esiste già! Non si deve fare un investimento iniziale, ma solo una corretta gestione in grado di garantire ricettività, sviluppo e turismo in una terra che, per bellezze paesaggistiche ed architettoniche, non ha da invidiare al resto d'Italia. Anche la storia di un aeroporto con la pista corta non regge: quello con la pista più corta d'Italia è Firenze (4593 piedi, Reggio ne ha 5906), ma il capoluogo toscano vanta compagnie quali Air France, Alitalia, British Airwais, Air Dolomiti, Eurowings, Klm, Iberia, Lufthansa, Swiss, SilverAir, Brussels, Tap, Vueling, Blue Air, Albawings che volano per Amsterdam, Barcellona, Bilbao, Bruxelles, Bucarest, Francoforte, Lisbona, Londra, Madrid, Monaco, Parigi, Praga, Vienna, Zurigo, Catania, Palermo, Roma".

Reggio Calabria e Messina, non v'è dubbio, meritano un aeroporto all'altezza del loro blasone. "L'area integrata dello Stretto – conclude Lavino – ha un potenziale bacino di utenza di oltre un milione di clienti. Non capirlo, così come non capire che necessita un potenziamento dei voli settimanali da e verso le grandi metropoli, sarebbe un autogol clamoroso. I turisti dall'estero non potranno certo arrivare attraverso la rete ferroviaria o in automobile. Molte città sognano di avere un aeroporto, noi lo abbiamo già, abbiamo già speso i soldi per costruirlo, non ha senso buttarlo via per non essere riusciti a gestirlo. La Sacal ha ottenuto una concessione trentennale per l'aeroporto della nostra città, adesso dimostri di averla meritata".

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Italo e Frecciarossa, dunque, possono attendere. Reggio ha più bisogno di un aeroporto nazionale efficiente e funzionale che, però, sta rischiando di scomparire fra l'indifferenza generale.