L’allarme della Fil: “Ufficio Protezione Civile Reggio a rischio chiusura per contenzioso Comune-dipendenti”

"A rischio la chiusura dell'Ufficio di Protezione Civile di Reggio Calabria a causa di un contenzioso tra dipendenti e il Comune di Reggio Calabria relativo all'enorme lavoro svolto nel periodo 2014 che ha visto l'Ente opporsi ai quattro decreti ingiuntivi a favore dei dipendenti". A sostenerlo, in una nota, è il segretario generale della Federazione Italiana Lavoratori Giuseppe Martorano, che aggiunge: "Dall'anno 2014 questo Sindacato aveva richiesto chiarimenti sulla situazione dell'Ufficio e lo sfruttamento dei lavoratori costretti ad orari massacranti di oltre 15 ore al giorno, avanzando successivamente, in assenza di risposte, la stessa istanza alla Prefettura, senza tuttavia ottenere udienza ma solo il richiamo del Prefetto agli organi competenti. Dal niente e senza mezzi, pochi dipendenti avevano messo in piedi una struttura di intervento talmente efficiente che i Commissari, oltre ad un encomio per il lavoro svolto, avevano elogiato pubblicamente quanto fatto per la Città: silenziosamente e senza limiti di orario, per qualsiasi tipo di emergenza, erano prontamente accanto alla gente; un'enorme ricchezza che è andata persa per noncuranza da parte delle Istituzioni. Per non parlare della sala C.O.C. (Centro Operativo Comunale) e C.O.M. (Centro Operativo Misto), dichiarata inagibile e della mancanza di mezzi per garantire interventi immediati in emergenza mentre, inopinatamente, continuano ad essere rifiutati i mezzi gratuiti confiscati alle mafie."
"Per arrivare ai dipendenti comunali, trattati – prosegue Martorano - come numeri più che come persone: per questi lavoratori chiamati dal Sindaco e dalla Prefettura in emergenza, ai quali sono state revocate anche le ferie già programmate, o fatti addirittura rientrare urgentemente in occasione del primo sbarco avvenuto al porto di Reggio Calabria, a nulla sono valse le richieste per altro personale, il non poter fare turni, costringendoli a lavorare per lunghi periodi oltre le 15 ore giornaliere, quindi superando ampiamente il limite massimo previsto dal contratto di lavoro, esposti al rischio di patologie infettive senza una copertura sanitaria, mille volte richiesta in tutte le sedi istituzionali".

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"Dopo più di un anno di attesa – si legge ancora nella nota - a questi lavoratori è stato riconosciuta solo una piccola parte degli straordinari, costringendoli a ricorrere alla Giustizia che, peraltro, pur accogliendo nel merito le loro richieste, ha stabilito che non si potessero superare le 180 ore annue di straordinario: come se fosse possibile, in emergenza, mollare tutto e andar via perchè si è superato il monte ore. Da buoni cittadini prima ancora che da buoni impiegati, questi lavoratori, in ottemperanza di quanto giudizialmente stabilito, unitamente alla nostra organizzazione sindacale invitano il sindaco Giuseppe Falcomatà, Capo della Protezione Civile Comunale, a predisporre anticipatamente un adeguato sistema di emergenza, a garanzia dei sui 190mila cittadini".