Reggio. Novità dall’Istituto San Vincenzo: si prospetta aumento della retta scolastica del 110%

istitutosanvincenzo121218di Simone Carullo - Dopo circa dieci giorni di stallo, giungono importanti novità sull'Istituto San Vincenzo de Paoli, in procinto di chiudere le classi del liceo a causa della perdita economica lamentata (circa 300 mila euro annui). Perdita fantomatica, o al limite autocertificata, dal momento che né per i genitori, né tantomeno per la stampa, è stato possibile visionare i bilanci.

Come già annunciato da "IlDispaccio.it" nell'articolo del 3 dicembre, l'amministrazione dell'Istituto ha proposto, nel corso della riunione che si è tenuta ieri pomeriggio alla presenza di genitori e insegnanti, di aumentare le rette scolastiche per gli studenti del liceo. Il rincaro, però, va ben oltre le più pessimistiche aspettative e corrisponde ad una percentuale lontanissima da quella paventata dagli stessi amministratori nel corso della prima drammatica riunione, quella del 29 novembre.
Si passerebbe da 180 a 400 € di retta (più o meno sui livelli di Harvard), insomma, più del 110% a fronte del 15% di cui avevano parlato. Resta ferma la volontà dell'Ente di non accettare nuove iscrizioni per formare nuove classi del liceo.

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Dal fronte dei genitori, nonostante le rimostranze di scarsa trasparenza, ci sarebbe la disponibilità ad arrivare a 300 € comprensivi del servizio mensa.
Le parti sono lontane, soprattutto perché – in cambio di un ulteriore sforzo economico - pare non ci sia alcuna garanzia per il futuro.
Intanto questa mattina gli studenti del liceo hanno occupato per qualche ora le classi inneggiando alla protesta e mostrando cartelli che recitano "Noi ci facciamo sentire". Nondimeno, minacciati di far intervenire le forze dell'ordine, gli studenti sono stati costretti ad uscire dalla scuola. La giornata di oggi, di conseguenza, per loro conterà come assenza.
Per quanto concerne i professori, loro sono con gli studenti. Ciò nonostante, gli spiragli perché la situazione si risolva nel migliore dei modi appaiono davvero esigui, sia perché in un contesto ambiguo come quello in cui non è possibile studiare le carte è difficile che qualcuno sia disposto a produrre ulteriori sforzi, men che meno di carattere economico, sia perché se l'intendimento dell'amministrazione è quello di chiudere c'è davvero poco da fare per persuaderla a fare contrario.
Il problema, in casi come questo, è che tutto ciò avviene nell'assenza più totale di garanzie e tutele per lavoratori e studenti, vittime di una morte indotta. Nell'assenza anche della politica.