[FOTOGALLERY] In 500 in piazza Italia per gridare sì al “modello Riace” e no al “razzismo di Stato”. Finito il sit-in, arriva la notizia: Lucano scarcerato, per lui mero divieto di dimora

Piazza alquanto piena anche alla finedi Mario Meliadò - Circa 500 persone hanno assiepato piazza Italia, nel pomeriggio di oggi – a partire dalle 17, ma l'iniziativa in quanto tale è partita davvero solo un'oretta dopo –, per manifestare la propria piena solidarietà al sindaco sospeso di Riace, Mimmo Lucano "il Curdo", e il proprio appoggio incondizionato al "modello Riace" e a ogni esperienza positiva d'accoglienza e integrazione di migranti, rifugiati, richiedenti asilo.

....Tempo che la manifestazione finisse, in serata, che è giunta la notizia: il Tribunale del riesame ha "bruciato le tappe", Lucano è stato clamorosamente scarcerato. Per lui è stata disposta la medesima misura cautelare del divieto di dimora disposta, in precedenza, per la compagna Lemlem Teshafun (per la quale invece adesso è stato disposto il mero obbligo di firma presso la polizia giudiziaria).

Alla manifestazione, nessuno poteva ancòra sospettarlo; anche perché l'idea era di una tempistica meno da Usain Bold.

In piazza Italia, tanti i rappresentanti delle associazioni; decisamente di meno eletti e rappresentanti d'altro tipo dei partiti. Ma soprattutto c'erano tante persone comuni, convintissime di voler essere vicine a Lucano nella difficile giornata in cui s'è presentato davanti al Tribunale del Riesame confidando nella revoca dei domiciliari (e infatti diversi tra i partecipanti al sit-in pomeridiano, alla spicciolata, s'erano comunque fatti vedere anche dalle parti del Centro direzionale di Sant'Anna, in mattinata).

...Ma quante sono 500 persone? Assolutamente non poche, specie per una mobilitazione solidale di questo tipo, specie in un momento così difficile e controverso che quasi fa apparire Lucano – fino a ieri "profeta dell'Accoglienza", tra i 50 uomini più influenti al mondo secondo il notissimo periodico economico statunitense Fortune – un 'mostro' pronto a commettere malefatte indicibili 'sulla pelle' dei migranti. In concreto, le accuse residue per cui è scattata ai suoi danni la misura cautelare degli arresti domiciliari (ma con ampia facoltà di parlare con chiunque, sebbene solo tra le mura domestiche) sono la falsificazione di documenti, che 'u Curdu comunque riconduce alla sua volontà d'aiutare i migranti facendoli restare sul territorio, e le indebite agevolazioni a favore di due cooperative per assegnare loro il servizio di raccolta dei rifiuti.

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Eppure, molti sono pronti a giurare sulla sua probità e, soprattutto, sull'assoluta inesistenza di loschi meccanismi che, secondo l'accusa, avrebbero fatto "sparire" somme molto importanti destinate ai servizi per i migranti.

D'altro canto, però, Reggio Calabria poteva fare sicuramente di più.

Va anche detto, in grande serenità, che dopo aver fatto anni fa i "girotondi" attorno al carcere per l'allora consigliere regionale Franco Pacenza (oggi delegato regionale per la Sanità), Marco Minniti (ai tempi non ancòra ministro) incluso, oggi la parte politica rispondente al Partito democratico "allargato" – cioè anche alle propaggini considerate più vicine ai dèm – non s'è minimamente fatta vedere in piazza Italia.

Al punto che Renato Accorinti, ex sindaco peloritano venuto apposta dalla dirimpettaia Messina, a noi del Dispaccio.it dopo lo scambio di battute che vi proporremo in altri servizi, ha detto testualmente: «Va bene, ora scusami ma vado a vedere a Palazzo San Giorgio a vedere se c'è il sindaco Falcomatà e se lo convinco a venire in piazza... abbiamo fatto tante cose belle insieme, secondo me dovrebbe essere anche lui qui».

{gallery}Manifestazione pro Lucano a Reggio{/gallery}

Ma – per chiarire – dello 'stato maggiore' piddino non c'era assolutamente nessuno. Non Mario Oliverio, non Nicola Irto, non un singolo parlamentare, non un consigliere regionale, metropolitano, comunale.

Mentre per Leu (ad esempio) c'era il responsabile provinciale di Mdp Alex Tripodi, ma anche il presidente del Consiglio comunale Demetrio Delfino, per i Verdi il portavoce cittadino Vincenzo Giordano.

E poi anche la gente, ha risposto ma fino a un certo punto: va tuttavia considerata la disaffezione della gente alla politica e il "punto caldo", che manifestare per un amministratore della cosa pubblica finito agli arresti, a uno sguardo da lontano, può essere considerato qualcosa d'eversivo o comunque da non fare; anche se le reali finalità dell'iniziativa, invece, erano ben altre.

Diversi i dirigenti sindacali che sono rimasti in piazza Italia per l'intera durata del sit-in, gli extracomunitari che hanno voluto portare la propria testimonianza, tanti soprattutto gli striscioni.

Uno dei quali adesso sembra avere una sorta di valenza profetica, vista la scarcerazione a seguire di colui che del 'modello' riacese è stato il Vate visionario, il sindaco (sospeso) Mimmo Lucano: «Accanto a Riace, contro il razzismo di Stato».