Riace, Lucano rinnova la sfida: "Lottiamo per una nuova umanità"

Lucano Mimmo 2 6 ottobre"Noi siamo la prova concreta che il fenomeno dell'immigrazione puo' essere affrontato con una dimensione umana e non con la barbarie": con queste parole il sindaco di Riace, Domenico Lucano, continua a difendere strenuamente il modello di accoglienza e di integrazione che dal 2004 ha attuato nel piccolo paese della Locride, in provincia di Reggio Calabria. Da mesi, con lo sciopero della fame e altre iniziative di particolare impatto anche mediatico, Lucano sta protestando contro il blocco dei fondi nazionali dello Sprar disposto dal ministero dell'Interno in seguito ad ispezioni che avrebbero riscontrato irregolarita' nella gestione dei finanziamenti: per questa vicenda, tra l'altro, Lucano e' anche indagato dalla magistratura ordinaria. Alla battaglia del sindaco di Riace, diventato il simbolo dell'opposizione alla linea dura sui migranti del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, si sono associati anche importanti personalita' della cultura, dell'impegno sociale e civile italiane ma anche internazionali. In tanti si sono schierati apertamente con Lucano e con la sua esperienza, che ha rivitalizzato un borgo famoso per la scoperta dei Bronzi ma destinato all'abbandono e allo spopolamento: un'esperienza che, tra l'altro, e' stata raccontata in un famoso cortometraggio di Wim Wenders, "Il Volo", del 2010. Da luglio a oggi, a Riace, hanno fatto tappa per portare solidarieta' a Lucano sindaci di tutta Italia, tra cui Luigi De Magistris, primo cittadino di Napoli, e anche sindaci esteri come Ada Colau che governa Barcellona, artisti come Piero' Pelu', attori come Peppino Mazzotta, opinionisti come Roberto Saviano, e il fondatore di Emergency Gino Strada, il missionario comboniano, padre Alex Zanotelli, e Chiara Sasso, scrittrice e attivista valsusina, dell'associazione "Recosol" (Rete Comuni solidali): due settimane fa Strada, Zanotelli e Sasso sono stati insigniti della cittadinanza onoraria di Riace.Anche la Regione Calabria, con il governatore Mario Oliverio, ha preso apertamente le difese del sindaco Lucano e di un progetto iniziato nel 1998, con lo sbarco di duecento profughi dal Kurdistan a Riace Marina. Grazie alle sue politiche di inclusione, il primo cittadino riacese e' riuscito a dare ospitalita' non solo ai rifugiati (ora 400 in tutto il paese), ma anche a tutti gli immigrati irregolari con diritto d'asilo, mantenendo in vita servizi di primaria importanza come la scuola e finanziando il piccolo comune con micro attivita' imprenditoriali legate all'artigianato. Per questo negli anni passati Riace e' stato anche citato dalla nota rivista "Fortune" tra i 50 personaggi piu' influenti su scala internazionale.

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Ma adesso, con le difficolta' legate al blocco dei fondi - il Dipartimento Immigrazione del Ministero dell'Interno sta valutando le controdeduzioni di Lucano all'esito delle ispezioni - il modello Riace rischia di non andare piu' avanti. Da qui la sofferenza del sindaco: "La nostra realta' - sostiene Lucano - fa emergere l'anima antica e nuova della Calabria, di questa terra che dev'essere legata a un senso spontaneo di sensibilita'. Quanti arrivano da noi sono esseri umani. E a Riace questi arrivi hanno rappresentato la soluzione di tantissime problematiche sociali. Riace e' la prova concreta che e' possibile, ed e' possibile affrontare questo fenomeno con una dimensione umana, tutto il resto appartiene alla barbarie".Il "caso Riace" inoltre ha avuto un'eco nazionale anche per la decisione, da parte della Rai, di sospendere la fiction "Tutto il mondo e' paese", ideata da Beppe Fiorello e ispirata proprio alla figura e al modello di accoglienza dei migranti di Lucano e del suo paese, in attesa che si chiarisca la posizione giudiziaria del sindaco. Una decisione che ha provocato le proteste delle forze politiche di sinistra e di centrosinistra, che in questi giorni hanno presentato numerose interrogazioni parlamentari contro la Rai, e dello stesso Beppe Fiorello, che ha evocato la censura su Riace lamentando pero' anche un certo disinteresse di intellettuali, scrittori, attori e registi. "Su questo argomento - osserva Lucano - sono sempre stato cauto proprio perche', essendoci un'indagine, non volevo che diventasse un pretesto per discolparmi. Ma una cosa mi viene spontanea dire: probabilmente milioni di italiani e anche tanti milioni che avrebbero visto la fiction in tutto il mondo avrebbero capito che, se la convivenza di diverse culture e' stata possibile in un territorio limite quale Riace con tutti i suoi problemi di abbandono, declino demografico e rassegnazione sociale, sarebbe stata possibile ovunque, e avrebbe dimostrato che solo restando umani si trova una soluzione. Probabilmente il messaggio che sarebbe emerso sarebbe stato controcorrente rispetto a quello che oggi sta accadendo in Italia, dove addirittura - rileva il sindaco di Riace - si crea il consenso politico spingendo sempre piu' la societa' verso la barbarie". Lucano non si ferma e proseguira' la sua protesta, da alcuni ribattezzata una nuova "resistenza": "Lo ribadisco, Riace e' la prova concreta che l'immigrazione puo' essere affrontata con una dimensione umana. Provano a convincerci che non e' cosi', ma io dico che, anche se siamo minoranze elettorali e sociali, la lotta per una nuova umanita' - conclude Lucano - e' sempre giusta". (AGI)