Non ci resta che ridere

renzidirezionepddi Nino Mallamaci - "La mia sarà una creatura bella e divertente". Non l'ha detto Vanzina, all'annuncio del suo prossimo film comico. Né un padre desideroso di veder nascere una figlia capace di sfidare il mondo in maniera leggera e sbarazzina. Né un allenatore di calcio, sognando, a inizio stagione, di costruire una squadra in grado di incantare i propri tifosi. L'ha dichiarato un uomo che per qualche tempo ha retto le sorti dell'Italia, partendo dalla Ruota della fortuna. Un uomo dal quale, per la sua attività, ci si dovrebbe aspettare che indicasse soluzioni ai problemi della gente, una rotta ideale da seguire. Matteo Renzi ha dimostrato, ancora una volta, di avere a cuore solo sé stesso e il suo giglio magico, di bramare per ottenere potere da gestire, in splendida solitudine, senza dare conto a organismi di partito, senza lasciarsi imbrigliare da idee di sinistra, di destra, di centro. Lui che fu il fautore, da segretario del PD, dell'adesione al Partito socialista europeo, salvo poi contraddistinguere la sua leadership per una serie di scelte decisamente lontane dalla tradizione politica alla quale formalmente apparteneva. D'altra parte, che motivo aveva di incontrare ad Arcore Berlusconi, da sindaco di Firenze? Per parlare dei problemi della sua città, disse. E perché nel suo villone, e non nelle apposite sedi istituzionali? Questo è il personaggio. La politica è uno strumento per cercare di migliorare le condizioni della collettività, si dice spesso. Per Renzi, la politica è certo uno strumento, ma per migliorare le sue, di condizioni. Come per Salvini, Di Maio, Conte. E Benito Mussolini, il padre di tutti quanti. Non perché prima in Italia il trasformismo non esistesse, lo sappiamo bene. Ma la nonchalance che accompagna le piroette di questi personaggi è veramente impareggiabile. Oggi i meridionali puzzano, domani prima gli italiani. Oggi con la lega, il giorno dopo col PD. Enrico stai sereno, domani ti butto a mare. Così il bambino viziato, che udite udite, da segretario del PD si sentiva un estraneo – ipse dixit - quando non può più fare il capitano se ne va e si porta via il pallone. Ieri aderisce al PSE, oggi si riposiziona al centro tendente a destra, per acchiappare voti da Forza Italia e dal bacino moderato. Che se si stesse dietro a tutti quelli che da anni lo rincorrono, il bacino moderato, l'elettorato ne dovrebbe far parte al 90 %. Il bacione moderato. Sala, sindaco di Milano, ha dichiarato di non capire le motivazioni politiche della scissione, di pensare che Renzi semplicemente non è capace di lavorare in gruppo. In sostanza, che vuole comandare sempre lui, per dirla più prosaicamente.

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E così, dopo la sensazionale giravolta sui 5 Stelle, raccoglie un po' di parlamentari e se ne va, per sfruttare cinicamente la rendita di posizione nei confronti del Governo. Per stabilizzarsi come nuovo soggetto politico, per crescere. E col proporzionale guadagnarsi il suo spazio, che non è di centro, di sinistra, di destra. E' il suo spazio, lo spazio di Renzi. Il partito di Renzi. Forza Italia – Italia forza – Italia viva. Ecco qua. Venghino, siori, venghino. Il rottamatore rottamato, dopo aver rottamato la sinistra, si piazza nello scaffale del supermercato, dove capita. Aspetta. Gli ingredienti del prodotto verranno a suo tempo, quando capirà come conquistare lo scaffale di centro, la visibilità, il potere. L'importante è che il prodotto faccia divertire, che sia bello. Che la gente sorrida, ché la vita è bella. E basta con quei musi lunghi, il saltimbanco di Rignano non li sopporta proprio. Sbellichiamoci dalle risate, come l'emoticon che si rotola ridendo a crepapelle. Divertiamoci, che la politica a questo serve. Panem et circenses agli Italiani. Ci pensa lui, con la sua creatura nuova di zecca. Da Cologno Monzese, ad Arcore, a Palazzo Chigi o a Palazzo Madama, è tutto uno spettacolo.

*Avvocato e scrittore