Le scelte del Pd e il futuro dell’Italia

Zingaretti nuova 6 apriledi Nino Mallamaci*-C'è un solo modo, per il PD, per tentare di recuperare il terreno perduto e provare, se non nel breve almeno nel medio periodo, a contrastare il salvinismo. Una dottrina, questa, che porta un Ministro della Repubblica a rispondere sprezzante, a donne e bambini che non vogliono essere separati dalle proprie famiglie, augurando loro buon viaggio per la Germania. Che poi, quanto sia utile e producente per l'Italia alimentare l'odio dei disperati lo dice chiaramente la vicenda dell'autobus bruciato alle porte di Milano.

Ingiustificabile, senza dubbio, ma figlia diretta delle modalità, del linguaggio, che accompagnano una politica di chiusura la quale, di per se, non ne avrebbe bisogno se non per raccattare facile consenso. E il PD, che in questa situazione di emergenza democratica, oltre che economica e sociale, rappresenta, volenti o nolenti, il fulcro di ogni plausibile alternativa, che cosa fa? Si barcamena ancora tra una scelta netta di discontinuità col recente passato di ricerca spasmodica del voto moderato, e una linea di timido riposizionamento, mentre i circoli renziani e i loro esponenti blaterano di "deriva bersaniana", come fa oggi un certo Rattazzi su Repubblica. Ebbene, se questo partito vuole cogliere appieno la spinta delle primarie e la vittoria di Zingaretti, e dare una speranza alla sinistra e al nostro Paese, certo non deve propugnare un ritorno alla "ditta", ma iniziare un percorso di riavvicinamento ai milioni di elettori che, da sinistra, lo hanno abbandonato, indubbiamente sì! Il PD è stato condannato alla sconfitta e alla quasi irrilevanza dall'eccessivo moderatismo - anche di Bersani, sia chiaro - non dal suo contrario.

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Per quanti elettori il mancato tentativo di approvare lo Ius soli ha rappresentato il punto di non ritorno, la certificazione che, insieme all'abbraccio mortale col neo liberismo, esso andava a minare i capisaldi, i principi, i valori, di una sinistra di governo, attenta ai diritti delle persone, alla condizione dei deboli e degli svantaggiati? Votata alla battaglia per contrastare l'allargamento del fossato che separa i pochi che hanno tanto dai molti che hanno poco o nulla? La sinistra ha tradito se stessa e la sua missione, e per questo motivo è stata punita. La partecipazione alle primarie è andata oltre le previsioni proprio perché il popolo ha voluto avere fiducia ancora una volta, assegnando al PD di Zingaretti un mandato per la ricostruzione di un'area di centrosinistra insieme a tutte quelle composite e variegate realtà politiche, sociali, civiche, che in questo periodo buio hanno riempito un vuoto enorme, contrastando la deriva dell'Italia verso la destra più reazionaria e retriva. Una cambiale che però ha una scadenza, tanto più prossima se, nonostante le primarie e Zingaretti, questo partito continuerà a non avere il coraggio necessario, quello che gli è mancato nei momenti decisivi, o, peggio, a perpetuare l'incredibile immobilismo inaugurato dopo la debacle del 4 marzo 2018. La ditta – che espressione infelice e meschina – non esiste più, e questo è senz'altro un bene e nessuno ne sente la mancanza. Ma i valori, i principi, le idee di fondo della sinistra sono sempre lì, ad attendere che qualcuno li riporti in alto e ne faccia di nuovo i propri vessilli. Con coraggio, determinazione, passione, coinvolgendo chi ci crede e non teme l'attraversata del deserto che forse sarà necessaria. Ma bisogna iniziare, senza infingimenti, titubanze, tentennamenti, ché sono questi gli odiosi atteggiamenti che bisogna evitare affinché la speranza non ceda rapidamente il passo alla disillusione.

*Avvocato e scrittore