“Paolo Romeo rispettato da tutti i detenuti”

romeopaolo10mag 500di Claudio Cordova - Sembra quasi una cronaca ottocentesca, in cui il relatore racconta caratteristiche, usi e costumi di un luogo e di una comunità. E' invece una nota del Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria, recapitata dal pm antimafia di Reggio Calabria, Stefano Musolino. Lo scritto è confluito nel procedimento "Gotha", che vede alla sbarra la masso-'ndrangheta reggina. Si tratta di una nota proveniente dal carcere di Tolmezzo e che ha per protagonista l'avvocato Paolo Romeo, detenuto nel supercarcere friulano e accusato di essere a capo della cupola massonica della 'ndrangheta. La Dda, infatti, aveva chiesto al DAP di monitorare la vita in carcere di Romeo. E così, all'inizio di gennaio, la risposta della Polizia Penitenziaria: "Trascorre la maggior parte del tempo a visionare e studiare i propri atti processuali utilizzando un pc acquistato con l'autorizzazione dell'A.G., si reca presso l'aula informatica solo al fine di stampare alcuni documenti".

E sono tante le carte da studiare.

Romeo, infatti, viene arrestato nell'ambito dell'inchiesta "Fata Morgana", che ne tratteggia la figura baricentrica nella vita sociale di Reggio Calabria, nonostante egli sia un condannato per concorso esterno in associazione mafiosa. Successivamente, Romeo viene raggiunto anche dall'inchiesta "Mammasantissima", con cui il pm Giuseppe Lombardo ha ricostruito circa vent'anni di politica reggina. Procedimenti che, insieme ad altri, sono confluiti poi nel procedimento "Gotha", con cui la Procura retta da Federico Cafiero De Raho processa la masso-'ndrangheta reggina.

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La nota del DAP, dunque, scandaglia la vita in carcere di Romeo, che studia i propri processi, ma anche la lingua inglese, intrattenendosi solo di rado con gli altri detenuti: "Fruisce raramente dei cortili passeggi, trascorre parte della giornata in socialità presso la saletta, accompagnandosi prevalentemente al detenuto Prudentino Albino, così come presso la cella occupata da quest'ultimo, in pochissime occasioni ha fruito della socialità con i detenuti D'Oronzo Orlando, Labate Pietro, Varrà Domenico e Francavilla Emiliano. Relativamente bassa invece la fruizione dell'ora d'aria presso i cortili passeggi, accompagnandosi prevalentemente al detenuto Varrà Domenico".

Labate e Varrà dovrebbero essere identificati nel boss del rione Gebbione di Reggio Calabria e nell'ex presidente della Rosarnese, condannato per la sua vicinanza con la cosca Pesce.

A prescindere dalle "frequentazioni", il dato che la Dda vuole valorizzare è il comportamento di Romeo rispetto agli altri detenuti, ma, soprattutto, il modo in cui i carcerati si rivolgono a colui il quale viene posto a capo della cupola segreta della 'ndrangheta: "In ordine all'atteggiamento che gli altri detenuti rivolgono nei suoi riguardi il Romeo appare tanto rispettoso, quanto rispettato dagli altri detenuti indifferentemente dalla provenienza geografica anche in considerazione del forbito eloquio che lo contraddistingue, a tal punto che viene chiamato dagli altri detenuti "l'avvocato" e consultato per le proprie conoscenze giuridiche: proprio per questo in diverse circostanze si è fatto portavoce anche scrivendo di suo pugno istanze per altri".

Un vero leader, fuori e dentro il carcere.