Diplomi falsi per insegnare: 25 indagati in varie regioni. Ma la "centrale" era nel Cosentino

carabinieri180117Blitz dei carabinieri contro insegnanti con titolo di studio falsi. I carabinieri della compagnia di Cosenza hanno notificato 25 avvisi di conclusione delle indagini preliminari, emesse dalle procura della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza, nei confronti di altrettanti indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici in concorso, falsità materiale commessa da privato in concorso, falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico. Gli avvisi sono stati notificati nelle Province di Cosenza, Lecce, Pistoia, Milano, Bergamo, Forlì-Cesena. Dalle indagini, fanno sapere i carabinieri, è emerso "un sistema volto alla falsificazione ed all'utilizzo, sull'intero territorio nazionale, di diplomi apparentemente rilasciati da istituti magistrali statali e paritari della provincia di Cosenza e di Reggio Calabria, nonché da scuole di specializzazione per l'insegnamento di sostegno agli alunni portatori di handicap, dall'Istituto Nazionale Scuole e Corsi Professionali di Cosenza". I titoli di studio falsi, secondo quanto emerso, sono stati allegati dagli indagati alle domande per essere inseriti sia nelle graduatorie ad esaurimento, sia in quelle d'istituto per l'assunzione come insegnante nelle scuole primarie e dell'infanzia, su posto comune e sul sostegno.

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Sarebbe un 69enne di Mangone (Cs), l'autore dei falsi diplomi presentati da decine di persone per poter accedere all'insegnamento nelle scuole. La "stamperia" e' stata individuata dai Carabinieri di Cosenza nell'ambito dell'inchiesta che stamane ha portato alla notifica di 25 avvisi di conclusione indagini in diverse regioni d'Italia, in aggiunta ai 33 notificati in precedenza. Il 25 gennaio 2018 e' stata effettuata una perquisizione domiciliare nell'abitazione del presunto artefice delle falsificazioni che ha permesso di rinvenire un vero e proprio "diplomificio", una centrale del falso organizzata con diversi computer, stampanti e vario materiale informatico, nonche' copie cartacee di diplomi gia' falsificati. Nel corso delle operazioni tutto il materiale e' stato posto sotto sequestro anche per impedire all'uomo di continuare nell'attivita' illecita. In particolare, sono state rinvenute 30 stampe di diplomi apparentemente rilasciati dall'Istituto Nazionale Scuole e Corsi Professionali, compilati con nominativi di insegnanti gia' emersi nel corso dell'operazione per aver utilizzato titoli falsi, nonche' 2 risme di carta pergamenata per diplomi, in bianco, pronte per la stampa.

A conclusione delle successive verifiche, cosi' come riportato sull'avviso di conclusione delle indagini preliminari, al pensionato di Mangone e' stata contestata la contraffazione di 22 titoli di studio utilizzati dagli indagati nelle istanze presentate ai vari istituti scolastici e Uffici scolastici regionali. Da quanto emerso dalle dichiarazioni rese agli inquirenti da un'indagata, il falsario, tramite un intermediario, avrebbe chiesto alla donna la somma di 3.000 euro in cambio del titolo falso. L'attivita', condotta in stretta sinergia con gli U.S.R.-A.T.P. di tutta Italia, ha gia' portato all'allontanamento di molti degli insegnanti in possesso di titoli falsi, che esercitavano la professione abusivamente, garantendo in tal modo a docenti in regolare possesso delle abilitazioni all'insegnamento di assumere il posto di lavoro.

Una prima fase d'indagine 'Minerva' era culminata, nel novembre 2017, con la notifica di altri avvisi di conclusione delle indagini preliminari a carico di 33 persone per i reati di falsità materiale ed ideologica, avendo presentato diplomi scolastici contraffatti ai provveditorati ed istituti comprensivi in tutta Italia. In seguito due dirigenti scolastici, dopo minuziosi ed accurati controlli che hanno fatto emergere la falsità dei titoli magistrali presentati agli istituti di competenza da cinque aspiranti insegnanti, hanno segnalato l'anomalia direttamente ai carabinieri di Cosenza impegnati nelle indagini. Controlli incrociati sono stati estesi a tutto il territorio nazionale, sono state ascoltate persone informate sui fatti ed è stata acquisita documentazione presso gli Uffici scolastici regionali e gli istituti scolastici, lavoro svolto anche grazie al costante supporto degli uffici dell'ambito territoriale provinciale di Cosenza. I nuovi 25 avvisi di conclusione delle indagini preliminari si vanno dunque ad aggiungere ai 33 già emessi nel novembre del 2017.