A Catanzaro una giornata di formazione sulla comunicazione in farmacoeconomia per favorire l´informazione di salute

Nuove opportunità di formazione che investono il settore della farmacoeconomia in Calabria. La comunicazione diventa strategica e influenza trasversalmente le professionalità per approdare all´obiettivo che, in questo caso, diventa informazione di salute.

Comunicare in farmacoeconomia vuol dire mettere insieme tasselli che possano favorire l' utente finale e dunque il cittadino/paziente, a cui l´informazione deve giungere completa e comprensibile.

Questo l'obiettivo della giornata di formazione specifica, che ha visto la partecipazione in sala blu della Cittadella regionale di medici, farmacisti e biologi che, guidati nel mondo della comunicazione dal prof. Nicolò Andreula, docente di strategia e comunicazione a Singapore ed Hong Kong, sono stati edotti in un percorso di comunicazione costruttiva ed opportunità in farmacoeconomia.

«Gruppi diversi tra loro che seguono un obiettivo finale comune: la salute del paziente. Ecco che la comunicazione -dice Andreula- assume un ruolo fondamentale, di affiancamento, che coinvolge trasversalmente tutti gli attori coinvolti: dai dirigenti ospedalieri agli apicali della pubblica amministrazione, ai medici di base, ai farmacisti, ai divulgatori farmaceutici e a tutti coloro che si occupano di sanità ».

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Sulle scelte di strategia economica in farmacologia in Calabria verte l´intervento della la dott.ssa Adele De Francesco, Direttore U.O.C. di Farmacia dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini Catanzaro. La relazione della dott.ssa De Francesco ha approfondito in modo chiaro ed efficace le caratteristiche dell'Accordo Quadro e l'impatto positivo da esso apportato alla sanità calabrese in questo specifico settore dal 2009 ad oggi. «Da regione "canaglia", come eravamo stati definiti prima del 2009 – dice – ad un trend positivo che, nonostante il piano di rientro permette ai cittadini/pazienti della nostra regione di avere accesso ai farmaci senza problemi di sorta. Farmacoeconomia e appropriatezza ci hanno permesso di essere una regione in saldo di mobilità attivo per la cura dell´Epatite C e vedere raddoppiati i pazienti affetti da patologie autoimmuni ai quali è garantito l´accesso al farmaco. La Calabria, – conclude – è in grado di accogliere, per queste ultime cure, i pazienti provenienti da altre regioni».