Reggina, una promozione senza... condizionale

curvasuddi Paolo Ficara - Dipende quasi sempre dai punti di vista. C'è chi può ritenere che da un mese la Reggina aspetta la promozione in B, dato che l'ultimo match di campionato era in calendario lo scorso 25 aprile. C'è chi può pensare che il conforto aritmetico sarebbe arrivato prima di quella data. Se invece facessimo partire il countdown dalla gara giocata contro il Picerno, sarebbero trascorsi due mesi e mezzo senza un pronunciamento.

Lo ammettiamo: un pizzico di scocciatura per non aver potuto stappare mercoledì scorso, al termine del Consiglio Federale, l'abbiamo provata. Ma è durata pochissimo. Il tempo di rileggere bene quel comunicato emanato da via Allegri; di sentire dal consigliere Walter Baumgartner la conferma a quanto già si era saputo e compreso, circa gli eventuali playoff; nonché di ricevere l'ulteriore sigillo dal presidente federale in persona, il quale ha ribadito in una lettera aperta ai club di C che si procederà secondo quanto discusso nella call-conference ufficiale.

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Se c'è da scendere in campo per disputare gli 8 turni rimanenti, la Reggina è in grado di applicare il protocollo sanitario e presentarsi nel giorno, nell'ora e nello stadio indicato per giocare contro l'Avellino. Quando volete. Tutti gli altri, non sappiamo. Per moltissimi, dubitiamo. Motivo per cui, al pari di quanto certamente non nascosto da Gabriele Gravina, riteniamo complicatissima per non dire impossibile un'ipotesi del genere.

Per quanto riguarda il piano di riserva costituito dai soli playoff e playout, per i quali come tutti sanno esiste già un format sia in B che in C (non in Serie A), la fattispecie non interessa e non riguarda la Reggina. Al pari di Monza e Vicenza. E riparandoci dietro un condizionale, ognuno di noi può proporre terrorismo giornalistico. Papa Francesco potrebbe convertirsi al buddhismo; il Campobasso un giorno potrebbe vincere lo scudetto; Umberto Smaila potrebbe diventare gay. Per questi tre "casi", saremmo nel campo dell'imponderabile.

Il coinvolgimento delle tre capoliste in ipotetici playoff ridotti (quindi non allargati, casomai ridotti) per la Serie C, rientra nell'ambito dell'inesistente.

Inesistente perché semplicemente non l'ha accennato nessuno dei partecipanti al Consiglio Federale di mercoledì scorso. Zero in assoluto. A nessuno è venuto in mente di mettere in discussione il cammino di squadre che per larghissimi tratti sono sembrate il Chuck Norris o il Bud Spencer della situazione, ricevendo un cartone in faccia dopo averne tirati duecento di sganassoni. In Serie D, a campionato dichiarato concluso, le capoliste dei vari gironi sono state dichiarate tutte promosse. Anche quelle che hanno un punto di vantaggio. Chi è primo, sale. Punto.

Il merito acquisito sul campo da queste tre squadre, in testa nella peggiore delle ipotesi dalla metà del girone d'andata, non è un punto di vista. È un dato oggettivo riconosciuto finanche dagli avversari, con votazione plebiscitaria in assemblea di Lega Pro. I tifosi amaranto non si allarmino: probabilmente si assisterà ad altre schermaglie tra ministri e Figc, ma il verdetto prima o poi arriva. E ci si deve sentire ancor più vicini alla Serie B, nel momento in cui il Consiglio Federale stabilisce che in ogni caso ci saranno promozioni e retrocessioni in tutti i campionati. Senza condizionale.