Urbs Reggina: dalla Lega Pro arrivano le briciole, percorso societario al crepuscolo

lega-prodi Paolo Ficara - La resa dei conti. Inizia oggi il triangolo delle Bermuda per la Urbs Reggina, chiamata ad onorare al lordo le mensilità di settembre ed ottobre ai propri tesserati. Andata a vuoto l'ultima preghiera a Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, che ha negato l'erogazione dei contributi relativi alla legge Melandri (intorno alle 300 mila euro). Fra deferimento, pignoramenti in atto e fidejussione, Ghirelli ha l'imbarazzo della scelta nello scegliere la motivazione giusta per dire di no.

C'è il minutaggio: poco meno di 70 mila euro per le ultime sette gare, cifra simile a quella ricevuta tra fine ottobre ed inizio novembre. Non è chiaro se ci sia il rimborso della metà della tassa d'iscrizione (altre 27.500 euro). Anche se l'aumento novembrino di capitale di 100 mila euro non fosse stato minimamente eroso nelle settimane successive, conti alla mano, si farebbe fatica a coprire il netto degli ingaggi più Irpef ed Inps. E nel frattempo, bisogna saldare ciò che non è stato versato a metà ottobre: altrimenti sarebbero altri due punti, oltre i due da mettere già in conto e gli eventuali quattro che scatterebbero per recidiva.

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Uno dei creditori non ha inteso recedere dai propositi belligeranti, nemmeno di fronte a cinquanta mila motivi. Martedì si andrà incontro all'istanza di fallimento presentata dall'avvocato Mattia Grassani, davanti al giudice Claudia Venturini. Lo scriviamo, non troppo velatamente, da qualche giorno: è tempo di trovare un'altra società. E se si vuole mantenere il titolo sportivo, va trovata in fretta.

L'ipotesi che ci sia qualcuno appostato al varco, come accade nella stragrande maggioranza di questi casi, non va scartata. Vista l'esperienza degli ultimi tre anni ed essendoci fatti un'idea di ciò che serva in C: se non si ha pronto un capitale sociale di almeno due milioni con piano triennale, forse è meglio non muoversi.

Berlusconi contestato dopo tre anni senza arrivare in finale di Coppa Campioni, o De Laurentiis preso in antipatia solo perché trent'anni prima qualcuno ha portato il Napoli oltre il secondo posto, sono esempi che ci insegnano com'è vissuto il calcio in Italia. Reggio non fa eccezione. Presentarsi con meno di mezzo milione adesso, con la Serie A ancora negli occhi, sarebbe un autogol. Immaginatevi di comprare il Milan e di voler investire inizialmente dieci milioni, dichiarando che al primo anno va bene una salvezza tranquilla.

Per ripartire servono investimenti seri, senza trascurare l'importanza delle strutture. E attenzione anche all'appello sulla fidejussione, in calendario mercoledì 19: ulteriori punti di penalizzazione potrebbero scoraggiare anche il più baldanzoso degli investitori, nell'immediato.