Di Cintio a La Storia Amaranto: "Oggi la Reggina non è in Figc. Serve unire identità e storia"

giordanocondemidicintioPotersi chiamare Reggina è cosa ben diversa dall'esserlo realmente. Questo il succo del discorso tenuto lunedì dalla curatela fallimentare della Reggina Calcio, nell'ambito della rassegna "La Storia Amaranto" aperta fino all'8 dicembre presso Palazzo Alvaro. I dottori commercialisti Massimo Giordano e Fabrizio Condemi hanno spiegato alla platea le varie tappe, tra le ultime settimane di vita di una Reggina Calcio le cui quote di maggioranza erano sotto sequestro (poi la Cassazione diede ragione a Lillo Foti), i vari bandi, fino ad arrivare alla situazione attuale.

Proprio per dirimere alcune problematiche manifestatesi dopo il bando dello scorso 24 giugno, l'avvocato Cesare Di Cintio si è unito alla curatela della Reggina. Il noto esperto di diritto sportivo ha battuto sul marchio come segno distintivo di una società: "Non drammatizzerei circa la scomparsa della matricola. La vera anima della Reggina è rappresentata dai segni distintivi dell'azienda, dai suoi beni materiali ed immateriali. Il fallimento è proprietario di quel simbolo che è stato sui campi di Serie A e B per diverso tempo. La matricola è solo un numero che permette di essere affiliato alla Federazione, un po' come la tessera del circolo del bridge. Se rinunciamo alla tessera ma nel frattempo abbiamo conquistato dei trofei, quelli non ce li toglie nessuno. Se sono stati recuperati diversi premi di preparazione, significa che in quegli anni è stato seminato molto. Il fatto di mantenere matricola ed affiliazione, facilita la riscossione. Però non escluso che determinati tipi di valori economici possano essere comunque recuperati".

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Sulla questione identitaria, Di Cintio si è espresso in maniera inequivocabile: "Più che di palmares, parlerei di storia che è ancora di proprietà del fallimento. Oggi è in concessione ad un'altra società, rispetto a quella che l'ha utilizzata in precedenza. Qual è oggi la Reggina? Bella domanda. Al momento, la Reggina è ancora del fallimento. In Figc non abbiamo una Reggina Calcio 1914. Abbiamo una Urbs Reggina che ha tutto il diritto di usare l'aggettivo Reggina, ma l'identificazione è ancora nelle mani del fallimento. In termini civilistici, è i concessione ad un'altra società. Ad oggi, in ambito federale, non ha l'autorizzazione per utilizzarlo. Lavorando con questo team fantastico, un domani può arrivare qualcuno che ricostituisca l'identità assieme alla storia. Oggi, in termini di titolarità, è del fallimento e c'è una concessione. Tutto tornerà alla casa madre. Se l'11 gennaio si può festeggiare il compleanno? La storia c'è, ma è un problema di natura tecnica. Di fatto, non c'è iscritta in Figc una società che abbia il vecchio marchio".

"Ho avuto la fortuna di conoscere Foti, in quegli anni ho avuto rapporti con la Reggina. Non lo vedo da diverso tempo, ma ho tutt'ora un'amicizia con Foti. Ha rappresentato un dirigente geniale. In Lega è riuscito a far eleggere presidenti – ha evidenziato l'avv. Di Cintio - Come dirigente sportivo, ha segnato l'epoca migliore della Reggina. È vero che c'è stato il fallimento, ma è anche vero che ci sono stati gli anni della Serie A".

p.f.