Reggina: ve ne andate quatti quatti o a passo di parata?

maurizipraticodi Paolo Ficara - I pazzi si sono impadroniti del manicomio. I calciatori della Reggina, stando a quanto riportato dai colleghi di Reggionelpallone.it, avrebbero ottenuto la prima vittoria dopo due mesi di astinenza: ossia, imporre a tempo record l'annullamento del ritiro annunciato in pompa (non è il caso di aggiungere "magna") dal club. Prima per bocca del proprio pseudo direttore, poi tramite il sito societario. Non fatichiamo a crederci, dato che i calciatori erano già a spasso per la città dopo aver cenato con i compagni.

Sarebbe la goccia utile a far traboccare un vaso già colmo. Sarebbe uno schiaffo ad ogni parvenza di professionismo, che ancora si ostina ad autoconferirsi questa Urbs Reggina 1914, la quale speriamo sinceramente non abbia corsia preferenziale per vedersi rinnovato l'affitto di un nome glorioso.

A prescindere da dove stiano trascorrendo la nottata i calciatori, non c'è la forza di assumere l'unica decisione possibile in determinati momenti: l'esonero dell'allenatore. Né questi ha la dignità di dimettersi, dopo quattro umilianti sconfitte consecutive. Da qualche ora, la Reggina è in zona playout essendo stata raggiunta dalla Casertana, avanti per differenza reti. In presenza di una squadra che da almeno un mese fa orecchie da mercante alle indicazioni del tecnico, attendiamo con ansia, a questo punto, un repulisti totale dell'intera rosa composta da 25 petali. Per l'appunto, in questi casi si fa prima a rinunciare ad uno solo. Valli a trovare gli acquirenti, per chi sta offrendo pessime prestazioni ed ha il contratto in scadenza, oppure appartiene ad altre società.

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Se sussistono elementi tali da impedire l'esonero di Maurizi, per cause che nulla hanno a che vedere con l'aspetto tecnico, sarebbe preferibile rinunciare già da ora al nome "Reggina" in vista della stagione ventura. Riconoscendo, dunque, che si tratta di un club oltremodo privato, in cui la presenza o meno di risultati o di tifosi che riempiano gli spalti rappresentano un optional. In questo caso tenetevi il titolo sportivo, chiamatela Pratichese o Agenorina, e fatevi il campionato che "conquisterete" sul campo. Se volete continuare a riempirvi la bocca con l'unico nome riconosciuto dalla piazza, non è logico proseguire con questa guida tecnica.

Ma ribadiamo un concetto già espresso nelle settimane addietro: il pesce puzza dalla testa. È ormai lampante come Praticò non sia minimamente in grado di presiedere un club di calcio professionistico. A differenza dell'ottimismo manifestato su queste colonne la scorsa estate, in particolare verso la figura di Basile, non riesce nemmeno a scegliere figure all'altezza da inserire nella stanza dei bottoni.

Attendere qualche altro mese, per capire se la Reggina riuscirà almeno a mantenere la categoria, non sposterebbe la situazione. È sufficiente alzare lo sguardo, per vedere uno stadio vuoto. Il grave, imperdonabile insuccesso di Praticò, è quello di aver svuotato i cuori di una tifoseria celebre per la propria passione. Apatia ed indifferenza sono i sentimenti preponderanti. Di solito, quando si riparte dopo un fallimento, l'elemento trascinante è l'entusiasmo.

Ammesso e non concesso che servano soprattutto i quattrini, per evitare di rimanere a vita nell'anonimato della Serie C, si passa dalla pagina grigio-scura a quella nera. Chiunque osi avvicinarsi alla Reggina, a prescindere dal tipo di approccio, da due anni a questa parte viene dipinto come ectoplasma o come mero portatore di azione di disturbo (beata ignoranza filosocietaria), con tanto di stupida smentita a corredo. Per la serie: se qualcuno intende mettere soldi ben venga, ma voglio apparire solo io. Badate bene: apparire, mica comandare. Perché ormai qua, comandano i calciatori.

Grazie per i ripescaggi, l'impegno, l'affitto, eccetera eccetera. Ma questa società (o per meglio dire Praticò, dato che quasi tutti gli altri soci sono evaporati) ha già fatto il suo tempo. Andarsene sarà inevitabile, bisogna solo capire se la fuga avverrà in maniera consapevole, quatti quatti o a passo di parata. Chi può esprimere un parere vincolante (tribunale, politica), consigli la ritirata immediata quanto strategica. Chi gli ha messo in mano il giocattolo, si assuma la responsabilità di levarglielo. Prima che l'intera tifoseria si stanchi di giocare.