Dl Sicurezza, norme su immigrazione e asilo al vaglio della Consulta

salvini 600A pochi giorni dall'approvazione in Consiglio dei ministri del decreto Sicurezza bis, arrivano al vaglio della Corte Costituzionale le misure in materia di immigrazione e sicurezza urbana contenute nel primo decreto Salvini, entrato in vigore lo scorso ottobre e convertito in legge a dicembre. Mercoledi' prossimo la Consulta, in udienza pubblica, avviera' l'esame dei ricorsi presentati dalle Regioni Sardegna, Umbria, Emilia-Romagna, Basilicata, Marche, Toscana, Calabria e Piemonte, che rilevano violazioni della Costituzione nelle norme che hanno modificato i meccanismi dei permessi di soggiorno, dell'accoglienza dei richiedenti asilo e dell'iscrizione anagrafica, e introdotto il 'Daspo urbano'. In via preliminare, alcune delle Regioni ricorrenti impugnano l'intero testo del decreto, lamentando la carenza dei presupposti di necessita' e di urgenza e del requisito dell'omogeneita'.

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Tutte le Regioni ricorrenti sollevano dubbi di costituzionalita' dell'articolo 1 del dl Sicurezza, che modifica alcune norme del Testo unico sull'immigrazione del 1998, sostituendo l'istituto del permesso di soggiorno per motivi umanitari con una pluralita' di fattispecie tipizzate. Le previsioni specifiche di permesso di soggiorno per "casi speciali", circoscritti e tassativi, sarebbero insufficienti, si rileva nei ricorsi, ad assicurare la copertura dell'intera area di accoglienza dovuta in base agli obblighi costituzionali, sovranazionali e internazionali di tutela. L'articolo 12 del decreto, che riguarda invece l'accoglienza dei richiedenti asilo, e' stato impugnato da diverse Regioni che sostengono che tale norma, nel riformare lo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), esclude da tale sistema, gestito dagli enti locali, i richiedenti asilo, destinandoli ai centri di accoglienza a gestione governativa: la nuova disciplina, si evidenza nei ricorsi, comprometterebbe le facolta' delle Regioni di disciplinare le forme dell'assistenza ai richiedenti asilo, con lesione delle proprie prerogative legislative, amministrative e finanziarie, e incidendo su vari principi costituzionali tra cui la ragionevolezza e il buon andamento. Altro punto del dl Sicurezza che la Corte e' chiamata a esaminare e' l'articolo 13, (comma 1), sull'iscrizione anagrafica: le Regioni ricorrenti denunciano la previsione secondo la quale il permesso di soggiorno per la richiesta di asilo viene ritenuto "documento di riconoscimento", ma non "titolo" per l'iscrizione anagrafica. Ne deriverebbe - affermano - la preclusione dell'accesso ai servizi erogati da Regioni ed enti locali per i quali la residenza costituisce un presupposto per l'accesso. Altro articolo censurato e' il 21, contenuto nella seconda parte del decreto legge, dedicato alla sicurezza pubblica - impugnato dalle Regioni Emilia-Romagna, Toscana, Calabria e Piemonte - che estende ai presidi sanitari l'ambito di applicazione del divieto di accesso in specifiche aree urbane (il cosiddetto 'Daspo urbano'): tale misura, si sostiene nei ricorsi, sarebbe sproporzionata e potrebbe incidere sul diritto alla salute, oltre a violare le competenze regionali in materia di organizzazione dei servizi sanitari e in materia di tutela della salute. In tutti i ricorsi, infine, si sostiene la violazione del riparto di attribuzioni tra Stato e Regioni. Saranno ben cinque i relatori della causa: oltre al vicepresidente della Corte, Marta Cartabia, i fascicoli sono stati affidati ai giudici Daria de Pretis, Giovanni Amoroso, Nicolo' Zanon e Augusto Barbera. Per la presidenza del Consiglio dei ministri, invece, interverranno gli avvocati dello Stato Giuseppe Albenzio e Ilia Massarelli. La decisione della Consulta potrebbe arrivare in tempi brevi, entro la fine della settimana.